Benvenuto nel Guestbook del sito web

Un luogo nel quale ci piacerebbe raccogliere tutti i pensieri e ricordi di chi  conosceva Mimmo Aliota, di chi lo ha conosciuto attraverso i sui libri e le sue opere nella città di Vieste, o di chi ne ha solo sentito palare. Insomma una bacheca che vi invitiamo a riempire per far si che tutto ciò che Mimmo ha fatto per la nostra terra rimanga nel tempo, nei pensieri di ogni viestano (e non solo).

Sentiti libero di scrivere ciò che preferisci, saremo lieti dì condividerlo con tutti gli utenti che visiteranno questo portale.

Grazie

 


 

Alcuni siti web che hanno parlato di Giacomo Aliota: 

https://rauzino.wordpress.com/2013/11/25/vieste-lo-strapaese-sperduto-immortalato-da-aliota/

https://www.retegargano.it/2013/05/05/vieste-lumanesimo-socialista-di-mimmo-aliota/

https://www.retegargano.it/2013/01/18/vieste-mio-padre-mimmo-aliota/

https://www.retegargano.it/2013/01/17/lettera-aperta-a-mimmo-aliota/

 

 

5 Commenti

  • Giovanni Masi Pubblicato il 10/05/2019 10:27

    Scrive l’autore:
    < >.
    Le occasioni di fame, per i poveri, erano cicliche, per i vecchi poveri erano la regola di tutti i giorni. Così andava il mondo una volta, così va anche oggi, da molte parti; sicuramente andava così a Vieste fino agli anni 30 del secolo scorso. Le pennellate impressionistica evidenziate sopra, di indubbio valore artistico e storico, sono di mano di autore e sono contenute ne L’Ospedale e la Casa di Riposo per anziani, una pubblicazione, ancora fresca di stampa, che Mimmo Aliota ha curato per le edizioni dell’Opera Pia dello stesso ospedale, in cui sono raccolti gli atti, affrontati dallo stesso Aliota nel 1999, Per il 70º della fondazione di questo singolare nosocomio di Vieste.

    Pubblicista ne ‘il Gargano nuovo’ ottobre 2000

  • Giovanni Masi Pubblicato il 08/06/2019 17:48

    Scrive l’autore:< < So di possidenti che, in quelle occasioni, facevano bollire grandi quantità di face in grossi paioli, che poi depositavano sull'uscio del portone del palazzo e, chi voleva, se ne serviva per sfamarsi. Ma la condizione dei vecchi era la più triste di tutte>>. Le occasioni di fame, per i poveri, erano cicliche, per i vecchi poveri erano la regola per tutti i giorni. Così andava il mondo una volta, così va anche oggi, da molte parti; sicuramente andava così a Vieste fino agli anni ’30 de secolo scorso. Le penale impressionistiche evidenziate sopra, di indubbio valore artistico, sono di mano di autore e sono contenute ne l’ ‘Ospedale e la Casa di Riposo per anziani’, una pubblicazione, ancora fresca di stampa, che Mimmo Aliota ha curato per le edizioni dell’Opera Pia dello stesso Ospedale, in cui sono raccolti gli atti, affrontati dallo stesso Aliota nel 1992, per il settantesimo della Fondazione di questo singolare nosocomio di Vieste.

    Pubblicista ne Il Gargano Nuovo – Ottobre 2000

  • Sabino Roppo Pubblicato il 08/06/2019 17:49

    Ho ricevuto e letto il tuo ultimo capolavoro! Con mia moglie assidua ascoltatrice, abbiamo letto i tuoi ‘Racconti della sera’ e te ne siamo grati. Abbiamo ammirato il tuo stile, la tua memoria del passato e l’amore che dedichi al tuo ‘bel paese’ garganico. Ho rivissuto la mia fanciullezza, trascorsa nel paese dei miei nonni Ceglie del Campo: gli stessi personali, le stesse scene, la stessa vita! Grazie! Sei bravo, bravissimo! Continua, continua a scrivere, a raccontare, a renderci più serena questa nostra vecchiaia con i ricordi del passato, della nostra prima età. Scrivi Mimmo, scrivi ancora queste storie per i tuoi nipoti, per i compaesani e gli amici vicini e lontani.

    Scrittore – 1998 Venezia

  • Dulio Paiano Pubblicato il 08/06/2019 17:51

    Chi scrive aveva già conosciuto il Mimmo Aliota de ‘I racconti della sera’, storie vere di vita viestana, e ne aveva apprezzato il discorrere essenziale e la disinvoltura con cui l’autore riesce a muoversi tra i personaggi, ambientazioni, e situazioni che gli appartengono, capace di renderli altrettanto familiare al lettore. ‘I trabucchi del Gargano’ si pone a metà strada tra un saggio su queste straordinarie ed originali macchine da pesca, ed un libro dei storia che racconta le vicende dell’ultimo secolo id una comunità dedita alla pesca prima dell’esplosione in chiave turistica. Ma è anche qualcosa di più: una carrellata di personaggi inimitabili, un’antologia di fatti e situazioni destinati a scomparire della memoria collettiva. Mimmo Aliota ha messo un punto fermo ad un mondo che, altrimenti, avrebbe rischiato di esser dimenticato per sempre.

    Giornalista, ne ‘il Provinciale’, Foggia – Aprile 2003  

  • Rosalba Pubblicato il 08/06/2019 18:27

    Mi sembra ieri quando da bambina qualunque occasione che ci vedeva insieme ti trasformava in un cantore di storie talmente travolgenti ed emozionanti che non avrei finito mai di ascoltarti. Sul balcone di casa, a passeggio tra i boschi e in montagna, qualunque posto diveniva un palcoscenico di racconti. Non erano le solite favole, di cui i bambini ben presto si stufano, ma erano coinvolgenti, accattivanti; ricordo che ti seguivo in religioso silenzio bevendo ad una ad una le parole che uscivano dalle tue labbra. I tuoi personaggi apparivano davanti ai miei occhi reali, nitidi, delineati e cesellati nei minimi particolari della tua dialettica veloce, fluida. Il tutto era impreziosito da un tono ed un timbro di voce e da una mimica esemplare, grazie al tuo passato ‘istrionico’, che modellavano ogni singola parola conferendole le capacità di penetrare fin nel profondo dell’animo. Nel teatrino dei tuoi racconti balzavano come marionette pescatore sfortunati, povera gente, vecchi soldi, miseri uomini che appartenevano ad una società talmente lontana dalla nostra del benessere che non sembravano nemmeno verosimili. Sei stato per me una fonte inesauribile di storia, di ideali, di insegnamenti e lo sei ancora quando leggo i tuoi libri dove, con una grande emozione ho ritrovato quelle tue doti di narratore e quei personaggi che avevano popolato la mia infanzia; a volte divertenti ma spesso tristi, marionette di un mondo che non c’è più ma che tu fai rivivere, dandogli dignità e riscattandolo per sempre dall’oblio dei tempi. Hai fatto un grande dono alle future generazioni; hai regalato loro un passato e profonde radici. Se penso che anche le mie figlie potranno godere della prosa dei racconti di nonno Mimmo ciò mi rallegra poiché riceveranno un prezioso patrimonio di storia ma soprattutto sapranno per sempre quanto è bravo il loro nonno. Come tutte le bambine sapevo di avere un padre fuori dal comune; ora però non sono la sola a pensarlo. Bravo papà, I tuoi figli sono fieri di te!

    Insegnante, Foggia 2004

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